Ciclo di seminari
Il ciclo di seminari parte dalla consapevolezza della persistenza di una “questione di genere” nel lavoro (discriminazioni, disuguaglianze e svantaggi). Solo con riguardo all’occupazione buona parte delle donne non lavora e, se lavora, percepisce minori retribuzioni rispetto agli uomini; le donne rappresentano la quota più rilevante delle persone inattive. La cura familiare incide in misura notevole sul lavoro delle coppie e la maternità è considerata un ostacolo sia alla crescita professionale, sia al lavoro.
Tutti gli indici peggiorano nel Mezzogiorno. È apparso perciò importante agli organizzatori dedicare attenzione al diritto antidiscriminatorio di genere e alla promozione delle pari opportunità, in presenza anche delle ultime innovazioni legislative (l. n. 162 del 2021). Viene concentrata l’analisi sulle dimensioni più rilevanti della questione, non solo sulle tecniche giuridiche di tutela delle persone (anche i lavoratori padri) nell’esercizio dei propri diritti-doveri genitoriali, ma anche sugli organismi istituzionali chiamati a contrastare le discriminazioni e a promuovere le pari opportunità (consigliere di parità e CUG). A tal riguardo uno specifico approfondimento è rivolto alla certificazione di parità, che ai soggetti, rispettosi delle diversità e delle pari opportunità di genere, consente di ottenere, oltre al vantaggio dell’apprezzamento della diversità, considerata una risorsa dagli economisti aziendali, benefici economici e normativi nelle proprie attività economiche.
L’idea degli organizzatori è quella di contribuire alla crescita culturale, offrendo uno spaccato del fenomeno e dell’importante strumentazione normativa, che ha bisogno, per diventare effettiva e migliorare, di maggiore e più diffusa conoscenza e utilizzazione (il ciclo di seminari ha l’ambizione di consolidare una formazione permanente in materia per operatori e studenti). I diritti, nonostante siano stati formalmente riconosciuti, richiedono manutenzione costante (difesa e utilizzazione) perché non siano retrocessi o rappresentino soltanto una bella fotografia del Paese, la cui realtà però racconta tutt’altro.